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Atto III. Scena I 129


Anna di Bova
È il cipresso del campo a Fiumorbo.
Felàvia Sèsara
È l’ombra del nuvolo in terra.
Ornella
Non è né il cipresso né l’ombra
del nuvolo, donne. Io lo vedo:
né il cipresso né il nuvolo, ahimè.
Lo stendardo è del Malificio,
che l’accompagna. Ora viene,
per il commiato di morte,
per aver dalla madre la tazza
del consólo e andarsene a Dio.
Ah perché non moriamo noi tutte
dietro a lui? Sorelle, sorelle!

Le sorelle si volgeranno alla porta e guateranno.

Il coro delle lamentatrici
II
esu Iesu, meglio era
ch’esto tetto si sfacesse.
Ahi che troppo è gran dolore,
Candia della Leonessa,
l’uomo tuo su nuda terra,
e guancial non gli è permesso!
Solo un fascio di sermenti
sotto il capo gli fu messo!
Ahi, ahi! Lazaro, Lazaro, Lazaro!
Ahi, che pena si pena per te!
Requiem aeternam dona ei, Domine.