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Atto II. Scena VI | 111 |
- la sua biada. Poi anche me
- raccattami fredda e sul basto
- mettimi traverso legata
- con le tue corde e mandami giù
- con l’asina innanzi al balivo
- dicendo:“Ecco la svergognata
- sortiera!„ E m’ardano il corpo,
- e vengan le tue donne a guardare
- e si rallegrino. Forse
- una caccerà la sua mano
- nelle fiamme senza bruciarsi,
- per trarne fuora il mio cuore.
Lazaro, alla prima incitazione, avrà raccattata la sacca dei semplici e scrutata. La gitterà dietro a sé con diffidenza e dispregio.
- Lazaro
- h, ah, tu mi vuoi tendere un laccio.
- Chi sa a che agguato mi tiri.
- Nella voce ti sento l’insidia.
- Ma io ti prenderò nel mio cappio.
- Egli farà un cappio alla sua corda.
- Né morta né fredda ti vuole
- Lazaro, per la Dio grazia!
- Mila di Codra, vendemmia
- vuol fare con te, quest’ottobre.
- Acconciate già son le sue tina.
- L’uva vuol pigiare con te
- Lazaro e azzuffarsi col mosto.