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100 | LA FIGLIA DI IORIO |
- Mila
- empre, a calata di sole,
- m’entra addosso il freddo; ché usa
- non sono alla sera dei monti.
- A quest’ora s’accendono i fuochi.
- Ma parla, parla senza pietà.
- Ornella
- eri da un motto compresi
- ch’ei s’era messo in pensiero
- di salire quassù allo stazzo.
- Tornar non lo vidi iersera,
- e il sangue mi si fermò.
- Allora apprestai questa còscina.
- M’aiutarono le mie sorelle;
- ché tre siamo, nate di madre,
- tutte e tre segnate al dolore.
- E stanotte lasciai l’Acquanova,
- passai il fiume alla scafa
- e la montagna pigliai...
- Ah, creatura di Cristo,
- a questa pena non reggo.
- Che posso io fare per te?
- Or tu tremi più malamente
- che quando eri presso il camino
- e i mietitori incanivano.
- Mila
- E tu l’hai scontrato? Tu sai