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Atto II. Scena IV 99


Ornella
CC
reatura, ora sembra che a te
l’anima tua sia vestimento
e ch’io possa toccarla stendendo
verso te la mia mano di fede.
Or come tu sai tanto male
gettare alla gente di Dio?
Se Vienda nostra vedessi,
tremi tutta. Fra poco la pelle
le si schianta su l’ossa per l’arido,
e le sue gengive più bianche
son che i denti nella sua bocca.
E, come cadeva la prima
pioggia, sabato, mamma ci disse
piangendo:“Ecco, ecco, ora sen va,
nella frescura si piega e si disfa„.
Ma non piange il mio padre:il suo fiele
ei mastica senza far motto.
Gli s’invelenì la ferita.
La resipola trista lo colse
San Cesidio e San Rocco ci guardi!
e nell’enfiagione la bocca
gli lasciò per dì e notte latrare.
Tutto un fuoco scuro eragli il capo.
E incanito le grandi biasteme
ei facea, da scuoter la casa:
e noi sbigottivamo... Tu batti
i denti, creatura. Hai la febbre,
che così ti ricorre riprezzo?