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PAGINE DEL DIARIO 43

colori fermate intorno al collo dallo spago e dalla cera. Non altrimenti il poeta Titiro incerava i suoi nodi collegando le canne diseguali della sua fistola oziosa.

Ma il poeta non si ricorda se non d’una sua remota parola di navigante inebriato:

                              «Tutta la vita
            dell’anima mia fu vissuta
            perché quest’ora splendesse.»


Il cuore balza al frullo gagliardo del primo siluro che lascia la tenaglia e parte. Ora siamo tutti carica e macchina, innesco e percotitoio.

Uno all’albero di trinchetto.

Uno al centro sotto il fumaiolo.

Gli attimi sono eterni. S’ode la bestia dal muso di bronzo che ronfa contro il bersaglio raggiunto, con le