E gli occhi, remoti in cavi
10cerchi d’ombra e di mistero,
cui tanto il sogno e il pensiero
facean le palpebre gravi,
non aveano un’infinita
15calma di tarde acque stigie?
Entro io vi scorgea l’effigie
de la morte, ne la vita.
E le labbra mai concesse
(la vita dà tali frutti!)
ov’erano insieme tutti
20i rifiuti e le promesse,
da l’invincibile orgoglio
con suggel rigido chiuse
tacevano, ma ben use
a l’alta parola Voglio.
25Ampia era la stanza. Aveva
qualche alito veemente
la sera; che di repente
i cortinaggi scoteva