mùtili Egli stette impavido incolume solo 35nel tragico ardore, non parve compirsi il prodigio
per un patto fatale ed Egli omai sacro alla guerra
futura, a una strage più vasta, a una gloria più vasta?
Ma non nel consueto letto, in mura anguste, fra gente
muta, per una lunga agonìa la sua fiera vecchiezza 40dovea perire; ma non dovea gli inerti origlieri
premere il suo capo incruento, né la sua bocca
imperiosa aprirsi all’arteficiato respiro,
usa al comando infallibile nelle tempeste!
Gli mentirono i Fati. Estinto con Lui nella bara 45sta il suo sogno. I fùnebri cavalli non traggono un peso
immane? Il nero carro, scemato del bronzo di guerra,
non piega dunque sotto la grande spoglia mortale?
Discenderà con Lui nella tomba il suo sogno. Va lento
verso la pace il carro che seguono mute le scorte 50in arme, eguali. Come per una disfatta improvvisa
Roma è attonita. Cade il giorno. E il mare è lontano.
Ma rapide su l’Urbe cinerea nell’autunnale
crepuscolo passano a torme le nubi fuggiasche
radendo le cupole, radendo le torri, i cipressi; 55passano dileguano valicando l’agro deserto:
corrono alle tempeste là giù, verso il mare lontano.