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PAmphila 103



quella che fu dei principi e dei duchi
nel suo letto d’argento, e il suo veleno
15letale infuse nel più ricco sangue,
e il suo pallore colorì di fuchi
preziosi e coprì di gemme il seno
e d’anelli gravò la mano esangue:


da tutti posseduta, dal mendico
20e dal sire, coperta di carezze
immemorabili, ultima tua prole,
Elena, ancora del mistero antico
circonfusa per me le sue bellezze
che vide Ilio risplendere nel sole!


25Quella amerò. Ne le sue membra impure
io coglierò tutto il desio terreno,
conoscerò tutto l’amor del mondo;
negli occhi suoi nembi di cose oscure
inseguirò; udrò sotto il suo seno
30arido battere il suo cor profondo;