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L’ARMATA D’ITALIA 77

all’altra, essi trascorrono il periodo di ferma, avendo imparato forse una decima parte di quanto avrebber dovuto; e, ripeto, non per colpa loro.

Poi, stanchi, prostrati, sfiduciati, abbandonano il servizio e ritornano alle reti e al remo. E son felici quelli che sanno almeno leggere e scrivere il loronome. Molti né pure a questo giungono!

L’uomo ignorante non ha l’istinto della nettezza né quello della emulazione. A bordo, si predica sempre la nettezza della persona e della nave; ma gli ammonimenti riescono vani. Qual cura di sé può avere un uomo, sbalestrato da una estremità all’altra in cento lavori che non finiscono mai, che si moltiplicano di giorno in giorno e che pur bisogna eseguire?