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L’ARMATA D’ITALIA 55

Le conseguenze di tale atrocità sono incalcolabili. Tutti quegli uomini, che il Governo con immenso dispendio muta in cannonieri, in torpedinieri, in fuochisti, in macchinisti, a punto se ne vanno quando incomincerebbe giovevole l’opera loro; e se ne vanno perché stanchi, e prostrati e disgustati, e perché li spaventa il pensiero che quella misera vita potrebbe continuare.

Così, naturalmente, non si vien mai a capo di nulla. C’è, di continuo, gente nuova da istruire; manca l’esempio e l’appoggio de’ vecchi; e il sacrifizio sta su tutti, senza profitto per nessuno. Li animi si accasciano o si ribellano, poiché non vedono alcun lume d’ideale in cima alle fatiche. Quella frenesia di attività morali e fisiche diventa una specie di castigo, nella conscienza dei lavoratori; somiglia alla pena che in alcuni ergastoli si infligge ai prigionieri, consistente nel far trasportare di continuo, da