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L’ARMATA ITALIANA 21

tanto meschina e una conscienza tanto disattenta, non so difendermi da un senso di dubbio e di sconforto. Quando vedo un deputato italiano, un piccioletto masticatore di aritmetica finanziaria, sorgere a deplorare gli esorbitanti dispendii dell’armata e consigliare nuove tirchieríe e nuovi temporeggiamenti, non so reprimere un moto d’indignazione e insieme di compassione. Da quali mai forze l’Italia trarrà la sua grandezza futura? Dalla agricoltura di Bernardino Grimaldi? Dalle ferrovie del senatore Saracco? Dalle abolizioni dell’onorevole Magliani?

L’Italia o sarà una grande potenza navale o non sarà nulla.

Ora, io domando: — Perché gli uomini di mare, che siedono in Parlamento, hanno taciuto? Perché, par-