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14 | PROLOGO |
dero e si fece ne’ nostri spiriti un gran raccoglimento.
La calma era immutata. L’Orsa tramontando scintillava d’una luce quasi soprannaturale, fra tutte le altre costellazioni. Le acque facevano un romore fievole, il romore “d’un armento che beva,” su’ fianchi del Barbarigo cui scuoteva da poppa a prua un leggero fremito. I marinai dormivano; e forse i loro cuori, nel profondo sonno della stanchezza, non avevano sogni.
Ma noi pur vegliando, sognavamo. Non so qual sogno eroico e grande si levava dal mare, nella notte; non so qual visione di nuove battaglie e di nuovi prodigi sorgeva a illuminare l’infinita ombra per ove navigavano le navi pacifiche in sicurezza. Certo, sopra il nostro capo quella notte ondeggiò il Segno del poeta, “lo spiritual Segno intessuto per tutte le Nazioni, simbolo dell’Uomo inalzato sopra la Morte.”
- Maggio ’88.