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Aprile, il giovinetto uccellatore,
a cui nitido il fiore
de le chiome pe’ belli omeri cade,
ne ’l cavo de la man, come un pastore,
5in su le prime aurore
ha bevute le gelide rugiade.
Aprile, il giovinetto trovadore,
su le canne sonore
dice l’augurio a le nascenti biade:
10i solchi irrigui fuman ne ’l tepore,
un non so che tremore
le verdi cime de la messe invade.