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AL LIBRO DETTO ISOTTÈO



Palagio d’oro, nobile magione
de la Speme, de ’l Riso e de’ Piaceri,
ove sotto i belli archi alti e leggeri
danzano i Sogni cinti di corone;

5Selva d’oro ove amor, nudo garzone,
con i Desiri, cupidi sparvieri,
con i Peccati, veltri agili e neri,
attende a la sua dolce cacciagione;

Fonte d’oro ove candidi e tranquilli
10vanno i cigni di Venere per torme
facendo a ’l dorso calice de l’ale;

O mio libro, convien che più sfavilli
sonante il verso e più ridan le forme
quando Isaotta Guttadàuro sale.