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Cumque anima cruor.
Quando, furia d’amore, in labirinti
rose la bellissima Chimera
traeva sitibondi in una schiera
i bianchi efèbi a la sua chioma avvinti,
ridevan essi di lor sangue tinti
a l’ugna e a ’l bacio de l’ardente fiera;
poi tra la fiamma de la gran criniera
mancavan come languidi giacinti.
Così, mio Sogno, a le tue tristi aurore
li spiriti fuggiti de ’l mio core
rompono insieme tempestando forte.
Soguon devoti la lor cieca sorte;
da presso udendo il rombo de la Morte,
ridon ebri di gioia e di dolore.