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Sonetti delle fate 85


MIRINDA

Mirinda e il fido, ne l’occulta stanza,
adagiati su’ troni orientali,
dilettansi a gittar lucidi strali
sotto i piè d’un fanciul nudo che danza.

Un grande e bianco augello, a passi eguali,
carico d’otri, sparge in abondanza
acque d’ambra d’insolita fragranza
su i marmi che dan lume ai penetrali.

— Vedrem fiori, com’ampie urne, fiorire;
berremo un vin ne’ puri alvi de’ frutti;
e guarderemo entro smeraldi il sole. -

Dice Mirinda. E il tremulo nitrire
de’ liocorni e il murmure de’ flutti
si mescono a le sue lente parole.