Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu/278

272 Gabriele d’Annunzio


Su ’l vespro converranno a una tenzone,
ne l’orto pien di fonti e di roseti,
donne, scultori, musici, poeti,
principi, come in un decamerone.

E ne ’l convito calici e bicchieri
farà vermigli il dio vin de ’l paese:
andranno in torno i cani ed i coppieri
che amò ne le sue Cene il Veronese;

e i servi porgeranno in vasellami
d’argento frutti il cui vital sapore
da la bocca parrà giungere a ’l cuore
dando piacere per ignoti rami.

Poi sarà dolce insieme ragionare,
lungo i roseti, ne la notte bella;
o dormire su l’erbe; o pur vegliare
cantando in coro qualche ballatella.