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Donne 253


II.

Con il fior de la bocca umida a bere
ella attinge il cristallo. Io lentamente
le verso a stille il vin dolce ed ardente
entro quel rosso fiore de ’l piacere;

e chinato su lei, muto coppiere,
guardo le forme dilettosamente:
la sua testa d’Ermète adolescente
e la sagliente spira de ’l bicchiere.

Or, poi che le pupillo a l’amorosa
concordia de le due forme stupende
io solo, io solo, io solo ho dilettate,

godo infranger la coppa preziosa;
e improvviso un desìo vano mi prende
d’infrangere le membra bene amate.