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208 Gabriele d’Annunzio


su ’l marmoreo davanzale;
e le lunghe ésili dita
risplendevano di anelli.
Io sentia dolce la vita

mia fluire ed i capelli
divenir gelidi, quasi
per un’ideal carezza,
da sottil fremito invasi.

III.

Ella, semplice, parlava,
con la sua voce sonora,
lievemente roca a tratti.
Una preziosa flora

nascea lenta ora da ’l mare,
a’ nostri occhi. Li edifizi
giacean spenti in fondo a l’acque.
Pe’ i mirabili artifizi

de la luce ora sorgevano,
come calici di gigli,
alte trombe, e si spandevano;
e nutrite dai vermigli