su ’l colle imperiale
parean arsi da chiusi
fochi. In un sol confusi
romor profondo eguale,
suoni d’opere umane
salian da la vicina
ripa; a Santa Sabina
squillavan le campane.
Una pace serena,
la pia pace che amavi
ne’ tuoi cieli soavi,
o Claudio di Lorena,
si spandea ne l’occaso,
piovea su’ cuori oblio.
Vinto l’essere mio
da quel fascino e invaso,
tutto de la recente
voluttà pieno ancora
(come, o dolce signora,
la tua bocca era ardente!),
all’alto all’alto, anélo,
tendea, spenta ogni guerra.
E parea che la terra
illuminasse il cielo.