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Prologo 13


or non così venite al mio festino
ove l’Amor v’aduna?
I vostri baci, più dolci de ’l vino,
a ’l sole ed a la luna

io colsi un tempo; e, come entro una rara
coppa di fin lavoro,
mentre i nuovi desii cercanvi a gara
- veltri da ’l guinzal d’oro, -

la profonda dolcezza entro la rima
sottilemente infusa
io vi rendo. Gioite voi. Ma, prima,
Isaotta, la Musa,

quella ch’io più cantai, con un baleno
tra i cigli e con protese
le bellissime braccia, offre il suo seno,
come Giulia Farnese.