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166 | Gabriele d’Annunzio |
ROMANZA
Ne le sue nubi avvolta
la Luna si riposa,
come in profondo letto.
Ridendo, a volta a volta,
sorge come una sposa
ignuda a mezzo il petto.
Ancor su l’acqua splende
trepidamente in arco
il solco de ’l naviglio;
e lungi si protende
la fresca ombra de ’l parco
entro il chiaror vermiglio.
Ne l’aria de la notte
il fior d’arancio effonde
odor più dolce e pieno,
misto a ’l fior d’oleandro.