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126 Gabriele d’Annunzio


D’argento era la barba, come rivo d’aprile.
Le femmine guardavano, più che l’ésili e blande
forme di un uomo giovine, quella forma senile;
però che l’uomo giovine bello è, ma il vecchio è grande.

Il vecchio, risagliente a le origini prime,
entra nelli anni eterni, esce dai di malcerti.
Al giovine una fiamma brilla ne li occhi aperti,
ma ne li occhi de ’l vecchio è una luce sublime.

II.

Ora Booz dormiva ne la notte tra i suoi.
Presso le mole simili ne l’ombra a monumenti,
i mietitori stavano distesi, come armenti
stanchi. E questo era in tempi lontanissimi a noi.

Le tribù d’Israello avcan per capo un saggio.
La terra, esercitata da una gente errabonda
che ignote orme giganti scopria ne ’l suo passaggio,
tutta era molle ed umida pe ’l diluvio e feconda.