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90 | il libro delle vergini |
— Aspettate. Il rimedio c’è; ma costa cinquanta soldi, donna santa — fece la strega in quel suo idioma tutto molle di vocali, cantando quel bello appellativo per intercalare.
Giuliana sciolse un nodo nel fazzoletto e offerse cinque piccole monete d’argento. Poi aspettò, più calma.
La stanza era vasta, ma bassa. Le pareti, su cui qua e là il salnitro fioriva, avevano dei toni di pelle di serpente secca, avevano come delle scaglie di rettile. Rozzi idoli cristiani di maiolica popolavano quel fondo antico; forme strane di utensili e di stromenti ingombravano le tavole. L’insieme dava l’impressione religiosa di un santuario custodito da un semplicista monaco.
La moglie di Spacone, dinanzi al camino, componeva il suo filtro, in silenzio. Era una femmina alta ed ossuta, bianchissima in faccia, co’l naso guasto avente il color violetto di certi fichi meridionali, con i capelli rossi e lisci su le tempia, con due piccoli occhi di albina, tatuata nel mento, nella fronte, nel dorso delle mani.
— Ecco, donna santa! Coraggio!
Giuliana ingoiò il liquido, d’un fiato; ma si sentì, subito dopo, da un’amarezza atroce mordere il palato e le viscere. Restò con la bocca aperta, premendosi il ventre con le mani, battendo rapida-