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le vergini | 85 |
era tornato dopo tre di con li occhi che ci vedevano e con una cifra turchina su le tempia. Una femmina di Spoltore, invasa dalli spiriti maligni, era tornata mansueta come un’agnella, dopo aver bevuto due sorsi d’un’acqua che stava in una piccola zucca secca.
Così a poco a poco, lungo il cammino, pe ’l concorso di tanti elementi sparsi si venne formando nella mente di Giuliana una specie di leggenda. E a poco a poco, giacchè nulla possono li uomini senza l’assistenza di Dio, sorse anche la persuasione che il vecchio fosse un inviato del cielo, un redentore delle anime dalla dipendenza corporale, un distributore di grazie celesti su la terra ai caduti. — La speranza estrema non era discesa su la peccatrice improvvisamente, quasi per influsso divino, fra i segnali accesi nell’aria? E nella Pentecoste la colomba non aveva balenato dall’alto, alli occhi della pregante, un lampo di buona promessa?
La promessa ora si compiva nel santo giorno del Corpus Domini. Giuliana dunque, tutta calda di fede e di giubilo, andava su la polvere della via nuova, non curando la fatica dei passi. Ai due lati, le siepi biancheggiavano come coperte di escrementi d’uccelli. Gruppi di pioppi sonori stavano su i limiti; e i tronchi, come grandi pezzi di argenteria vecchia, riverberavano le variazioni della luce.