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78 | il libro delle vergini |
seduto quella donna gli turbava il sangue: avrebbe voluto ora trascinarsela con sè, tenersela, esserne il padrone come di una merce da usare e da vendere. Cupidigia sensuale e avidità di guadagno allora in lui si mescevano.
Una sera egli aspettò che Camilla uscisse, alla porta di strada; poi salì a precipizio per sorprendere Giuliana, per trovarla sola nella casa. Quando egli battè all’uscio Giuliana lo riconobbe e si sentì rimescolare.
— Che vuoi da me, che vuoi? - chiese ella con la voce soffocata, senza aprire.
— Sentimi un momento, sentimi! Non aver paura; non ti faccio male...
— Vattene, cane, infame, assassino... — proruppe la donna, con una veemenza stridente di vituperii, togliendo il freno a tutto l’odio accumulato contro colui. - Vattene, vattene!
E, sfinita si ritrasse nella sua stanza, si gettò su i guanciali mordendoli fra le lacrime. Un tremito violento la scuoteva tutta, un irrigidimento convulsivo delle mascelle le rendeva dolorosi i singulti.