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74 | il libro delle vergini |
gnità del suo grande abbracciamento. Quel barbaglio subitaneo di fede la abbacinava, le faceva quasi dimenticare ogni fallo anteriore. Le pareva che subitamente dalla sua anima le macchie si cancellassero e dalla sua carne cadessero le scorie della impurità terrena. Giammai ella si era accostata all’altare di Dio con un più profondo tremito di speranza; giammai aveva ascoltato la parola di Dio con una più lunga ebrezza.
Dall’istante in cui l’orrore della dannazione le si levò nella conscienza, ella si compresse in una specie di raccoglimento cupo, quasi direi sorvegliando se stessa, sorvegliando i proprî atti, i proprî pensieri, i minimi moti pe’l timore che quella veemenza di pentimento si esalasse, per l’ansia di conservare intatto dentro di sè quel fiore di fede rigermogliato d’improvviso. Fu una specie d’assunzione verso Gesù; fu una specie di isolamento geloso dalla vita circostante, un ripudio di ogni legame umano. Ella si esaltò nella lettura dei libri sacri; si gettò nella contemplazione delle imagini e dei misteri; lottò contro le molli viltà della carne, contro i calori della giornata, contro l’insidie della notte; contro i profumi che le portava il vento, contro il soffio che saliva dai suoi ricordi impuri, contro le voci che parevano vellicarle l’udito e susurrarle segreti nuovi di piacere.