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le vergini | 71 |
lontanamente profondo e di solenne era in quel mormorio interrotto, quasi un mistero di fenomeno soprannaturale si levava da quel corpo inerte e inconsapevole che parlava senza udire la propria voce. Nella stanza passava come un alito di sepolcro; per la fantasia sconvolta di Giuliana, le ombre oscillanti prendevano forme spaventose e minacciose di spettri; l’aria pareva solcata da romori ignoti Tutte le cose su cui l’allucinata si rifugiava con lo sguardo, tutte le cose si trasformavano e si animavano ed andavano verso di lei. Allora l’idea del castigo e della pena eterna ancora una volta le risorse nella conscienza e la incalzò. Ella si abbattè sotto l’incubo del suo peccato, mettendo in croce le braccia su’l petto per difendersi dalle minacce dei demoni, tentando di dire delle preghiere con la lingua impedita dal terrore, aggrappandosi con un supremo slancio all’áncora del pentimento, all’ultima salvezza. Ella si sentiva perduta, ella chiedeva ora misericordia dall’intimo del suo cuore al divino Sposo tradito, a Gesù buono e grande, a Colui che perdona.
La voce di Camilla si esalava in sospiri, si confondeva in un borboglìo tremulo, si spegneva del tutto nella respirazione lenta ed eguale, a mano a mano che l’entusiasmo del sogno mistico si andava placando. Le ombre seguitavano ad oscillare. Non