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54 | il libro delle vergini |
volta si risvegliava in lui la mascolinità d’un tratto e una tentazione l’assaliva di cogliere quel fiore ch’egli apprestava al piacere di un altro; ma la paura sorgente dal fondo della sua viltà lo tratteneva e gli ghiacciava l’ardore.
Così Giuliana al fine aveva concesso a Marcello un ritrovo. Sarebbe stato in una casa remota del sobborgo, in fondo a un vico deserto, dove nessuno li avrebbe spiati; sarebbe stato per una domenica di giugno, stando Camilla nella chiesa lungo tempo, facendo buona guardia Lindoro.
Nei giorni precedenti quel gran fatto, Giuliana era tenuta da una eccitazione amara, da una specie di febbre che a volte le dava il battito dei denti e le vampe alla faccia e i brividi alla radice dei capelli, alla nuca. Ella non poteva più star ferma, non poteva più star seduta; poichè una furia di mobilità le sollecitava tutte le membra. Nella scuola, in mezzo al coro eguale dei discepoli, in mezzo a quello stillicidio continuo di sillabe, una demenza di ribellione le abbagliava la vista all’improvviso, ed ella avrebbe voluto balzare tra i fanciulli, sconvolgere con le mani tutte quelle capigliature, rovesciare la lavagna, le tabelle, le panche, gittare delle grida, spezzare qualche cosa, stordirsi. Sotto lo sguardo freddo e scrutatore di Camilla, poco mancava che ella non svenisse per lo spasimo, per la