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faciali, quei monosillabi sommessi, che son li aiuti dell’astuzia umana e che a lungo andare stringono dei legami tra li ingannatori, ove sieno essi differenti di sesso, determinando certe singolari corrispondenze di moti nel corpo, le quali in taluni casi possono esser causa di risvegli sensuali. Per il che, a poco a poco nell’amore di Giuliana qualche cosa dell’influenza di Lindoro penetrava; una specie di domestichezza a poco a poco si stabiliva tra l’amadrice e l’ambasciadore. Ella, se costui giungeva nell’assenza di Camilla, lo incalzava di domande, gli parlava da presso facendogli sentire l’alito, qualche volta inavvedutamente gli posava su la spalla una mano. Lindoro scioglieva i freni alla sua loquacità di piazzajuolo, intramezzando parole di gergo, reticenze impudiche, furbi sorrisi rivelatori, gesti ambigui, piccoli schiocchi di lingua e di labbra.

Egli ruffianeggiava con arte, sapeva insinuare sottilmente la corruzione nell’animo di Giuliana, sapeva trascinare lentamente all’insidia di Marcello quella preda. E Giuliana stava ad ascoltarlo intenta, con in fondo alli occhi una fiamma che cresceva, con in bocca l’aridezza prodotta dall’orgasmo lascivo, senza più interrompere. Lindoro s’accorgeva subito di aver suscitato nella femmina la brama; e dinanzi a quella figura tutta protesa e tutta scon-