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28 | il libro delle vergini |
IV.
Di questo primo tentativo non disse nulla alla sorella. Quando sentì Camilla rientrare, chiuse li occhi, stette immobile come una dormiente, provando uno strano piacere in sè di quell’inganno, ricacciando a forza indietro il riso che la vellicava a sommo del petto e le saliva alle labbra. Ella gioiva di quel piccolo segreto: tutti i giorni aspettava con un desiderio inquieto l’ora in cui Camilla scendeva le scale; restava un momento in ascolto, seduta su’l letto, fin che giungeva il rumore del lento discendere; poi si levava, soffocando li scoppi di riso, appoggiandosi alle pareti, ai mobili, mettendo gridi di paura sommessi ogni volta che le ginocchia minacciavano di piegarsi, ogni volta che l’equilibrio mancava.
Dal forno di Flaiano a quell’ora saliva quasi sempre l’odore del pane ad irritarla. Ella si avvicinava alla finestra per cercare il vento; provava una tortura mista di voluttà nell’aspirare quella emanazione sana, con la lingua nuotante nell’acquolina e li occhi vivi di cupidigia. Allora la prendeva