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22 | il libro delle vergini |
III.
L’istinto della fame si ridestava vivissimo, come più chiara si faceva la conscienza. Quando dal forno di Flajano saliva nell’aria l’odore caldo del pane, Giuliana chiedeva; chiedeva con un accento di mendicante famelica, tendeva la mano, supplicando, alla sorella. Divorava rapidamente, con un godimento brutale di tutto l’essere, guardando d’intorno se qualcuno tentasse strapparle di tra le mani il cibo, in sospetto.
La convalescenza era lunga e lenta; ma già un senso mite di sollievo cominciava a spargersi per le membra, a liberare il capo. Per quella sana nutrizione di albume e di carne muscolare un sangue novello si produceva: i pulmoni dilatati ora largamente dall’aria vivificavano il sangue carico di sostanze; e i tessuti irrigati dall’onda tiepida e rapida si colorivano ricomponendosi, si rinnovellavano nelle piaghe di decubito, si ricoprivano di cute a poco a poco; e le attività cerebrali a quell’affluire operavano sicure; e le innervazioni nelli organi sensorii non più perturbate rendevano lim-