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14 | il libro delle vergini |
la faccia bianca e lentigginosa, li occhi grigi di piombo, la bocca crudele al dolore.
— Pax huic domui — disse il prete entrando.
Apparve su l’uscio Don Gennaro Tierno, una figura altissima e smilza, tutta ad angoli, avente talora i movimenti di un bruco che si snodi, poggiata su piedi enormi. Veniva dietro di lui Rosa Catena, una femmina che avea fatto publica professione d’impudicizia al suo tempo verde e che ora si salvava l’anima assistendo i moribondi, lavando i cadaveri, vestendoli e accomodandoli nella bara, senza prender mercede.
Nella stanza di Giuliana tutti erano in ginocchio, chini la faccia. L’inferma non udiva; una stupefazione intensa le teneva ancora i sensi. E l’aspersorio si levò su di lei, lucido nell’aria, aspergendo il letto.
— Asperges me, Domine, hyssopo, et mundabor...
Ma Giuliana non sentì l’onda purificatrice che la rendeva più bianca della neve innanzi al suo Signore.
Ella stirava d’avanti a sè con le dita fragili le coperte, aveva un moto tremulo nelle labbra, nella gola il gorgoglio della parola che ella non poteva profferire.
— Exaudi nos, domine sancte...
Allora uno scoppio di pianto risonò fra le parole