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ad altare dei 177


— Due ducati! tre ducati!

Da quel mucchio di cenci usciva una testa umana, come dal guscio di una testuggine sbuca la testa verdastra tentennando. Era la mendicante malata; io la riconobbi con un brivido di ribrezzo, perchè ella non aveva più il fazzoletto che la coprisse: appariva un cranio deforme, pieno di rosicchiature simile a un teschio disotterrato dove ancora rimanesse qualche ciocca di capelli grigi e qualche avanzo di cotenna rossiccia. E quel cranio veniva innanzi su’l pavimento, sospinto dal corpo che le palme delle mani e le ginocchia sorreggevano.

— Tre ducati! tre ducati e mezzo!

La mendicante faceva tante croci con la lingua su i mattoni, in gloria di Maria; voleva andare sino ai piedi di Maria; voleva essere degna di baciarle il lembo della veste. Raccoglieva le forze, contraendosi, puntando le dita dei piedi scalzi. Dai due lati del solco la gente guardava con l’indifferenza di chi è avvezzo a uno spettacolo di orrore. Ma sopraggiunse un uomo alto, vestito di una cappa turchina, con un gran naso adunco, iroso; percosse col piede la mendicante, la rialzò brutalmente da terra, la trascinò fuori della porta: - via! via!

— Tre ducati e mezzo! quattro ducati.

L’incanto era finito. Dietro la sacrestia cominciò a squillare il campanello; poi, d’un tratto, un grande