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176 | il libro delle vergini |
tutte le mani si levarono nel segno della Croce; un bisbiglio corse nella turba; dalla porta aperta entrò un’ondata di aria libera purificatrice. Dal coro venivano voci rotte; dietro l’altare si vedeva un ondeggiamento confuso di stendardi.
Io e Giacinta eravamo ancora sotto il tabernacolo di San Rocco. Quando sollevai li occhi verso di lei, ella mi sorrise; ma io non so ora fermare nelle parole quel sorriso: fu come il passaggio di qualche cosa di benigno e di luminoso su la sua faccia che restò triste; non fu un moto della bocca nè delli occhi, no; parve, ecco, quasi un bagliore che accendesse il profilo pensoso di una statua bianca; no, neppure; io non trovo la frase. Restammo dopo in silenzio, aspettando che dalla sacrestia cominciasse a svolgersi la processione. Alla porta, su lo spiazzo, un gruppo di uomini vociferava: si metteva all’incanto la gloria di portare su li omeri il peso dell’immagine di Maria.
— Cinque carlini! Un ducato! Due ducati!...
La turba aspettava. Quasi tutte le femmine avevano le mani incrociate su’l ventre e nelli occhi uno stupidimento smorto; li uomini guardavano verso la porta, con un mormorio. In mezzo a loro, nel solco lasciato libero, su’l pavimento cominciò a muoversi una massa incerta, nerastra, un mucchio di cenci, e a strisciare lentamente verso l’altare.