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132 il libro delle vergini



II.


Nacque allora in quelle due nature differenti un sentimento strano, misto di rammarico e di timore, in fondo a cui un sommovimento vago di bramosìe cominciava a determinarsi: era come quando nel sonno dalle sedi interne, ove dormono fantasmi di passate sensazioni e frammenti d’immagini dimenticate, cominciano a salire le visioni confusamente; era come quando all’urto di un corpo nella quiete dell’acqua limpida si sollevano i detriti accumulati dal tempo. Allora certi piccoli fatti anteriori riapparirono nella memoria sotto una luce nuova, presero significazioni che innanzi non ebbero, atteggiamenti che innanzi non ebbero.

Da poco più di un mese Francesca era venuta in quella casa, per rimanerci durante l’assenza del marito; i sette anni del matrimonio li aveva passati quasi interamente a Napoli con Valerio. Francesca ricordava che il giorno dell’arrivo, dopo avere abbracciata Donna Clara, aveva porta la fronte a Gustavo, e Gustavo l’aveva baciata arrossendo in quella sua selvatichezza di eremita. Una mattina,