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nell'assenza di lanciotto 129

mai; le sarebbe parso di seppellirsi per sempre, di soffocare. E invece ella conservava, nel turbamento, la bramosia dell’aria piena e della piena luce; ella odiava l’isolamento, per l’illusione che il contatto e la vista delle cose forti giovani e liete l’avrebbero lentamente rinnovata.

Così, quando Gustavo, il figlio minore, con la dolcezza la persuase, ella volle che le mettessero un piccolo letto nella camera all’angolo della casa, sopra la gran tettoia delli aranci, tra mezzogiorno e levante dove si vedeva il cielo, dove erano le due larghe finestre aperte alle invasioni del sole.


*


A pena fu adagiata, a pena ebbe il presentimento che non si sarebbe forse alzata mai più, successe in lei al terrore una calma singolare. Ora ella attendeva; e nulla più triste di quella lunga attesa, di quella lenta deperizione d’una creatura umana, di quella consacrazione sicura alla morte.

La nuova stanza aveva le pareti nude, l’aspetto di un luogo fin allora disabitato. A traverso i vetri di una delle due finestre si scorgeva l’ultimo limite della pianura e la linea scura de’ colli, e die-