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104 | il libro delle vergini |
II.
Ella viveva così, quando Cesare giunse. Da principio provò quasi un disgusto; le pareva che quel giovine venisse a turbarle la quiete alta e gentile della casa, venisse a interromperle la malinconia muta ove ella voleva adagiarsi, ove ella credeva di sentire la presenza invisibile dell’estinta. Ma a poco a poco ella vinse il disgusto, fu buona e cortese. Cesare era dominato lentamente dal silenzio, dal raccoglimento profondo di tutto ciò che lo circondava; e si obliò nell’arte.
Passavano lunghe ore nella biblioteca del vecchio conte. Nella gran sala rettangolare la luce entrava dai vetri opachi dei finestroni, avvivando i fregi d’oro matto su li scaffali di noce, perdendosi nelli angoli. Li stemmi gentilizi intagliati nel legno coronavano la sommità; e nel mezzo della volta cava rosseggiavano i larghi svolazzi di un affresco secentista a fondo di nuvole giallognole. In penombra le file dei libri parevano come una muraglia piena di screpolature, inver-