Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/77


XIII


Poi rìzzati e balza e riprendi
la chiesa e la rocca, l’altare
255e il mastio, l’impero e la sorte.
Il verde Vàrdari tingi
come la Nìssava a Vlasca,
colora il Vàrdari come
lo stagno di Vlàsina fatto
260già bulgaro brago di morte.
Ma il Tìmaco, o gente di Giorgio
che scannò il suo padre con sacra
mano perché servo non fosse,
il Tìmaco tingi in eterno,
265in eternità dell’infamia,
dalla sorgente alla foce
e insino alla melma profonda,
per le tue donne calcate
dallo stupro contro la sponda,
270pei pargoli tuoi palleggiati
e scagliati come da fionda,
per chi teda fu, per chi arso
fu fiaccola furibonda.