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XII


Sì, presero i valichi e i passi,
li presero; e noi i nostri guati
tegnamo. Sì, Uzice e Ràlia,
235presero, e Strùmiza e Vrània,
e Cràlievo presero, e Lacle,
villate e città, mura e ripe;
ma dove più ossa che selci,
più teschi che ciottoli dove
240lasciarono? Presero e Nissa
l’antica, vestita a gramaglia,
oité, santa Serbia, di neri
drappi vestita le case
dolenti ove suda il contagio
245e l’odore vieta la porta.
Presero e Scòplia l’antica
(oité, santa Serbia, fa pianto),
la casa che in prima all’Iddio
tuo edificasti con pietre,
250e quivi la rocca, la guardia
dell’imperatore Dusciano.
O Serbia, in ginocchio fa pianto.