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XI


Ma ben di Verciòrova scorse
il Rùmio dagli occhi di druda,
dal viso di cera dipinto,
gallare nel freddo Danubio
215i Lurchi enfii, rivoltolarsi
a mille pel grigio Danubio
fra Rame Dubràviza i morti,
fra Sip e Tèchia gli uccisi
sotto la montagna di Tèchia
220crosciante qual torcia di ragia,
a grappoli i corpi dei Lurchi.
Non Lipa è villata che mangi:
è mucchio che pute. Non colle
che frutti è Trivùnovo: è mucchio
225che vèrmina. Vrànovo è mensa
di corbi e Vuiàn d’avvoltoi.
O razza di Cràlievic Marco,
l’usura tu fai con la strage!
Sotto Orsova, dove il mal fiume
230s’insacca, ora Bulgari e Lurchi
si giungono, stèrcora e fecce.