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VII
Bulica il sangue dei prodi
al cavallo insino alla staffa,
insino alla staffa e allo sprone.
130Diguazza il fante nel sangue
insino all’inguine e all’anca;
v’affoga, se v’entra carpone.
Le donne rivoltano i morti
pel bulicame, né sanno
135figlio ravvisare o germano.
Son tutti un rossore, una piaga
tutti, come al campo del conte
i maschi di Giugo Bogdano.
Più corpi enfii che scerpate
140radiche porta il Danubio
né sa a qual riva deporre;
rigurgita il Vàrdari ai groppi;
la Sava è una vena svenata
che gorgoglia giù per le forre;
145è schiuma del Tìmaco a sera
canizie che galla; e la Drina
veloce è un carnaio che corre.