Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/65

ODE ALLA NAZIONE SERBA


I

 
Qual è questo grido iterato
che lacera il grembo dei monti?
Qual è questo anelito grande
che scrolla le selve selvagge,
5affanna la lena dei freddi
fiumi, gonfia l’ansia dei fonti?
O Serbia di Stefano sire,
o regno di Lazaro santo,
cruore dei nove figliuoli
10di Giugo, di Mìliza pianto,
lo sai: hanno ricrocifisso
il Cristo dell’imperatore
Dusciano ad ogni albero ignudo
delle tue selve, ad ogni sasso
15ignudo dell’alpe tua fosca,
gli han franto i piedi e i ginocchi
a colpi di calcio, trafitto
con la baionetta il costato,
rempiuto non d’acida posca
20la sacra bocca ma di bile
rappresa e di sangue accagliato.