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23. Ti sovvenga, o Clemenza. Del suo lenzuolo e del suo sudario e delle sue bende fecero vincoli e corde:
24. vincoli per legare le mani e i piedi forati delle nazioni, corde per strangolarle a stràscino, o Misericorde.
III
25. Non sono un rammemoratore d’immemori e un riscotitore d’ignavi. Ma, se nessuno grida, io grido. Oserò se altri non osa.
26. O pace inviata alla tristezza degli uomini non come nivea colomba ma come serpe viscosa!
27. Che mai resta nel mondo, ch’essi non abbiano guasto e corrotto? Più pestilente è il lor fiato che il vomito dell’avvoltoio.
28. Partire voleano col ferro la somma dei secoli, tra dominio e servaggio. Ogni stirpe era morchia di macine, e la terra il lor grande frantoio.