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II
21. Come i vasti cavalli criniti di spuma nell’oceano che uguagli, come le miriadi dei corsieri spumanti nell’Atlantico indomo,
22. i flutti del tuo vigore, o Republica, accorrono verso le rosse rive dove grandeggia quanto più sanguina la speranza dell’uomo.
23. Gli eroi morienti con occhi pio che umani guardano levarsi la tua luce dove il loro sole si colca.
24. E pensano: «O eternità del mare, non sapesti mai forza più bella di questo spirito che ti solca.»
25. Non ti fa bella, o Republica, l’immenso tuo cumulo d’oro, non la copia inesausta che ti versano dal buio i tuoi genii senz’ali,
26. non l’ascia tua celere che ti muta in chiare città le tue selve, non l’impeto delle aeree tue case che ti sono le tue cattedrali,