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160che le rimane
un’ultima reliquia
d’oro consunto,
forse nel mondo l’ultimo suo pane,
e si leva e s’affanna e la ritrova,
165ed oblia la dimane
poi che il suo vespro è giunto;
ed esce, quasi cieca, per l’incerta
via seguitando il suon delle campane,
la melodia di Cristo antica e nova;
170ed in silenzio reca quell’offerta
all’urna che non parla;
e poi torna nell’ombra per morire,
e l’angelo è nell’ombra ad aspettarla;
ed un alito fresco
175come canto novello
allevia la parete, che dispare;
e nella povertà di san Francesco,
nella felicità del Poverello,
ella non ha più fame né più sete;
180e l’angelo sommesso le ripete
il canto del Beato
«Ma chi è dato più non si può dare.
Vivi morendo in pace»:
quivi è l’Iddio verace,
185e sia lodato