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né si riscalda al ceppo sfavillante
che croscia su gli alari,
perché sogna le bianche
sentinelle perdute
140nei deserti di neve, nella cerchia
dei picchi invitti come il diamante,
ai limitari della bàite irsute
che la sizza scoperchia,
al sommo della rupe
145onde non più discende chi vi sale;
ma rinunzia egli i beni ed è l’eguale
del povero che offre
tutto che strappa alla fatica dura
e il ben senza figura
150riceve in abondanza
per solo amore dell’amor che soffre:
                         quivi è l’Iddio verace,
                         e sia lodato.


VII

 
Quando la vecchia inferma e triste e sola,
155che logora con gli ossi delle dita
le lente avemarie senza parola
tra morte e vita
nella sua stanza fredda
come la soglia del sepolcro, pensa