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O maschio Maggio, turbine solare,
inno vasto di giubilo, o torrenti
di giovinezza, o sùbiti torrenti
140di sangue, verso l’Alpe e verso il mare!
 
Diceva il Patto: «Dove sono i tuoi
morti?» Dal Chiese gelido all’Isonzo
precipitoso, nel romano bronzo
ella eternava il gaudio degli eroi.
 
145Eccoli, Dio d’Italia, i nostri morti.
Li raccogliamo su le grandi cime,
dove l’anima e l’aere sublime
sono la solitudine dei forti.
 
Dio di gloria, tu fa questo giudicio
150della gloria, tu giudica di noi
per la palma, considera gli eroi,
guarda alla fede e pesa il sacrificio.
 
Di poi verranno i savii partitori
e distribuitori della terra;
155sicché ciascuno, giusta la sua guerra,
godrà la parte e succerà gli onori.