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Dicean eglino: «Dove sono i vostri
morti? Quante migliaia di migliaia
falciò ne’ vostri solchi l’operaia
20assidua? Dove l’ugne e dove i rostri?
 
Dove i combattimenti disperati
a corpo a corpo, lama contro lama?
Chi vi devasta i campi? chi v’affama?
chi vi rempie le vie di mutilati?
 
25Avete appreso a vivere sotterra,
fitti nel fango sino alla cintura?
Dentro il fetore della sepoltura
avete appreso a prolungar la guerra?
 
Avete appreso a mordere la mota?
30avete appreso a mordere la neve?
e quando non si mangia né si beve?
quando il calcio s’incrosta nella gota?
 
e quando non si veglia né si dorme?
quando mastichi il sangue del compagno
35e non sai, o t’impigli nell’entragno
caldo, o ti volti su qualcosa informe?