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INTANTO SCIPIONE, GIUNTO IN VISTA DI CIRTA, SA DA LELIO COME LA FIGLIA D’ASDRUBALE TENTI DI TOGLIERE ANCHE MASSINISSA ALL’ALLEANZA DI ROMA, CON QUELL’ARTE CHE GIÀ MUTÒ SIFACE.
«A MASSINISSA RE DEI NUMIDI PUBLIO SCIPIONE CONSOLE ROMANO DICE SALUTE E CHIEDE CH’EGLI VENGA A COLLOQUIO NELL’ACCAMPAMENTO, SENZA INDUGIO.»
AL RE RIPUGNA DI DARE NELLE MANI DEL CONSOLE LA DONNA CHE È SUA. MA IL CONSOLE LA RIVENDICA COME PARTE DEL BOTTINO.
«PENSA CHE SEI NEL COSPETTO DI ROMA!»
IL CONSOLE TRATTA LA CARTAGINESE COME PREDA DI GUERRA.
«NON TENTO LA TUA FEDE. SÌ BENE TI CHIEDO UN SERVIGIO PER LA REGINA CHE VERSO TE FU MAGNANIMA E CHE FORSE ANCOR PUÒ VERSO TE ESSER LARGA DI BENEFICIO INSPERATO...»
«MANDA A ME MACISTE IN SEGRETO.»